PERDERE IL CONTROLLO DEI PENSIERI
"Gli uomini non sono prigionieri dei loro destini, ma sono solo prigionieri delle loro menti."
Franklin Delano Roosevelt
Un’immagine che non riusciamo a scacciare dalla nostra testa, una formula che dobbiamo continuare a ripetere, una domanda che non trova risposta ma che ci apre nuovi dubbi.
Quale elemento hanno in comune questi fenomeni?
Sicuramente il senso di perdita di controllo che ci portano a sperimentare; come se, in quei momenti, non fossimo padroni della nostra mente. Diventano allora frustranti i tentativi fatti per distrarsi, per non pensare o per trovare risposte rassicuranti.
Nel modello di psicologia strategica si riconosce non solo l’inutilità di questi tentativi, ma anche il fatto che, spesso, sono queste tentate soluzioni che vanno a costruire e/o peggiorare la problematica.
Nel caso quindi di un’immagine ricorrente parleremo di “ideazione ossessiva” o “immagine intrusiva” (che può essere anche un suono, una canzone, un odore…); nel secondo caso sopra descritto, potremmo invece essere davanti ad un disturbo ossessivo compulsivo, dove l’azione (mentale o comportamentale) risulta irrefrenabile, ritualizzata e inevitabile per la persona. Infine, una situazione di “dubbio patologico”, dove la persona sembra perdersi nel labirinto di domande e riposte che non sembrano avere una fine.
Quindi, tre esempi in cui, più cerco il controllo e più lo perdo; tre esempi dove la logica razionale di intervento (cercare di non pensarci, distrarsi, volgere i pensieri al positivo) non sembra funzionare. Poiché occorre, come ben descritto da Waztlavick e Nardone, utilizzare una logica che rispecchi la logica (irrazionale) del problema.