ANSIA: CERCARE DI CALMARSI NON FUNZIONA
C'è un tratto comune a chi soffre di disturbi d'ansia e attacchi di panico: la sensazione frustrante di sentirsi impotenti, deboli, diversi dagli altri. Sono molti i pazienti che mi riferiscono di provare invidia verso "gli altri", verso chi non sa che cosa sia l'ansia.
Capita frequentemente ad esempio che sia proprio il/la partner la persona completamente estranea all'ansia: chi ne soffre prova a spiegare cosa prova, si confida, sente il bisogno di esprimere lo stato di disagio che sale e che diventa ingestibile.
Nella migliore delle ipotesi il compagno o la compagna cercano di capire, di aiutare senza esiti positivi; nella peggiore l'altro non comprende, minimizza, magari ironizza su quell'ansia che, per chi ne soffre, non ha nulla di divertente ma è solo un fantasma che insegue e non lascia scampo.
In genere, uno degli interventi più frequenti in caso di emergenza come un attacco di panico, è il consiglio di rilassarsi: "respira, siediti, non sta succedendo nulla, è tutto nella tua testa, bevi un po' d'acqua e prendi un po' d'aria"
La verità è che se bastasse così poco non esisterebbero nemmeno più i disturbi d'ansia; saremmo di nuovo i controllori delle nostre reazioni, il fantasma del panico sarebbe un lontano ricordo e la persona potrebbe ricominciare a spostarsi ovunque desideri
RILASSARSI È INEFFICACE
No, in quei momenti il rilassamento non è possibile; ciò che dico sempre ai miei pazienti è di togliersi dalla testa l'idea che sono loro a non essere abbastanza bravi. Fisiologicamente, se si cerca di calmare un corpo che ha un elevato livello di ansia, quest'ultimo risponde in un modo paradossale: si agita ancora di più.
La psicoterapia breve strategica viene in aiuto proprio perchè scardina questi meccanismi "strani", utilizzando e insegnando strategie altrettanto paradossali ma efficaci, di facile comprensione, ripetibili in qualsiasi contesto.
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